L’investimento obbligazionario è morto!
Investimento obbligazionario: oggi affrontiamo questa asset class. Si, avete letto bene: l’investimento obbligazionario è morto e cercheremo di capire perché.
Strumento finanziario con il quale ci si rende prestatori di denaro nei confronti dell’emittente acquisendo il diritto di ricevere il capitale a scadenza ed un interesse periodico. Si accede a questi strumenti direttamente oppure indirettamente con strumenti del risparmio gestito.
Investimento obbligazionario: oggi affrontiamo questa asset class. Si, avete letto bene: l’investimento obbligazionario è morto e cercheremo di capire perché.
BTP, ovvero buoni poliennali del tesoro. Investimento amato per tradizione dal popolo italico. Ma andiamo con ordine. Il BTP, non è altro che una obbligazione cioè un titolo di debito emesso dallo stato italiano. Un titolo di debito è uno strumento che serve a finanziare il debito dell’emittente. Quindi in questo caso, lo stato italiano emette BTP. L’investitore diventa creditore nei confronti dello stato. Lo stato quindi a sua volta è debitore nei confronti dei possessori di questi titoli. Cosa vuol dire finanziare lo Stato? Beh, finanziare lo Stato vuol dire semplicemente prestargli dei soldi alle condizioni stabilite. Lo Stato ha bisogno di emettere titoli di debito ovvero di finanziarsi per coprire le spese cui va incontro. Mi spiego meglio. Supponiamo che lo stato incassi 100 dalle imposte versate dai cittadini, ma spenda 110 la differenza di 10 deve ovviamente essere coperta. Come viene coperta? Emettendo titoli di debito pubblico. BTP, per quale ragione non comprarli? Ho scritto già diversi articoli sul motivo per il quale sconsiglio vivamente di investire nei nostrani titoli di Stato. Se quindi non li hai letti, ti invito a leggere questi due articoli: Debito pubblico italiano, perchè lasciare perdere i BTP? diversificazione finanziaria: perchè escludere l’Italia Ora, non ti voglio annoiare sul perché non comprare i BTP, argomento su cui mi sono già espresso. L’altro giorno però parlavo con un cliente sulla situazione generale in cui versa l’Italia e quindi sono venute fuori un po’ di tematiche ricorrenti. E a questo punto potremmo aprire uno […]
Spesso clienti e amici mi chiedono quale possa essere un investimento sicuro, pochi si preoccupano di capire quale può essere un investimento rischioso. Investire nel bund, ovvero nel titolo di stato tedesco considerato dal mercato quanto di più prossimo al rischio zero, può rivelarsi una cosa molto pericolosa. Soprattutto in questo periodo. Investire nel bund, perché? Come abbiamo appena detto, investire nel bund, rappresenta quanto di più vicino possa esserci ad un investimento privo di rischio. Quando ci sono degli eventi esterni, come la minaccia di una guerra per esempio, il mercato richiede porti sicuri. Investire nel bund è uno di questi porti che il mercato cerca. Tanto per darvi una idea di cosa voglia dire investire nel bund, nel momento in cui scrivo questo articolo,A se un soggetto desidera investire nel bund tedesco a 10 anni avrà il seguente rendimento a scadenza: Quanto rende investire nel bund? Investire nel bund oggi con scadenza a 10 anni e portarlo fino alla sua naturale scadenza, vuol dire ottenere un rendimento del 0,461% lordo su base annua. Espresso in termini numerici, se desidero investire nel bund 100.000€, vuol dire ottenere un rendimento di 461€ lordi all’anno. Ovviamente al netto del bollo sul dossier titoli, dell’imposta fiscale e degli eventuali costi bancari. Sperare in un apprezzamento del valore investito, significa attendersi quindi un aumento delle quotazioni del bund. Ovviamente tutto è possibile ma statisticamente parlando potrebbe risultare una scommessa perdente. Per intenderci minore è il rendimento a scadenza superiore sarà la quotazione del […]
Il rischio di credito è quel rischio che ti assumi quando presti dei soldi. Per rimanere nell’ambito degli investimenti, quando investi in obbligazioni o titoli di stato stai prestando i soldi. Ma che rischio ti stai assumendo? Lo sai?
Tutti sappiamo che il debito pubblico italiano è enorme. Ma quanto enorme? Perché quando in numeri tendono ad essere troppo grandi cominciano ad essere poco comprensibili… Osservando la luna ho provato a riportarvi con i piedi a terra… Ma non c’è da essere contenti..
Periodicamente torna fuori il problema Monte dei Paschi di Siena che fa prendere qualche paura ai diversi clienti: azionisti correntisti ed obbligazionisti. Aldilà delle problematiche presentate dalla banca come devono comportarsi i clienti di Monte dei Paschi di Siena? Proviamo a capire le diverse posizioni di azionisti, obbligazionisti e correntisti.
Tra gli strumenti più importanti del panorama italiano ci sono le obbligazioni. Molto conosciuto il loro nome, ma poco usate nella gestione dei propri averi per tanti motivi. Perché non si sa come cercarle, perché non si conoscono, perché non si sa come comprarle. Vediamo come e dove si cercano e anche cosa ci serve per comprarle.
Italiani popolo di risparmiatori, definito nella comunità finanziaria “BOT people” per la particolare predilezione sui titoli di Stato nostrani. Dopo l’immobiliare infatti i titoli di Stato e loro surrogati come i buoni fruttiferi rappresentano un cavallo di battaglia per i risparmiatori. Insieme a questi strumenti ricoprono una bella fetta anche le polizze assicurative a capitale garantito. Ma rappresentano davvero una opportunità? Cosa si annida all’interno delle polizze?
Un patrimonio rilevante consente di accedere a strumenti che con patrimoni più piccoli non è possibile acquistare. Mi riferisco, per esempio, in modo particolare, ad alcune emissioni obbligazionarie il cui taglio minimo è di 100.000 € oppure 100.000$ tra cui si annoverano moltissime aziende. Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questi strumenti?
Torno a parlare di obbligazioni dopo una recente vicenda che mi è capitata con un cliente e di cui vi voglio rendere partecipi. Quando si parla di obbligazioni viene sempre fatto un accostamento al rating. Ma il rating dice sempre in modo corretto a quale rischio ci stiamo esponendo?
In questi giorni ho letto di tutto sui giornali ed i vari social network, come: “Banche ladre”, “Ci hanno derubato dei nostri sacrifici”, “A noi hanno tolto i soldi mentre i manager ne hanno continuati a prendere”. Una rabbia, una delusione più che comprensibile anche se non sempre condivisibile.
Imperversa sui giornali e telegiornali la possibilità di un fallimento della Grecia. Ma il fallimento non è detto che sia sempre negativo. Non è un punto di arrivo ma uno di partenza. Ci sono già stati dei casi di altre nazioni che sono ripartite proprio da questo evento apparentemente negativo. Ma è sempre negativo un default? Quali strumenti inseriamo nel portafoglio?
Che tipo di informazioni ci passano i media sulla realtà? I mercati azionari sono anni che crescono ma riflettono concretamente la realtà? I rischi come quelli che riguardano la Grecia rimangono fini a se stessi oppure possono provocare rischi sistemici? Ed in quest’ultimo caso quali implicazioni ci sono per i portafogli?
Euribor in territorio negativo. Che implicazioni ha? Conviene cambiare il proprio mutuo? Conviene fare una estinzione anticipata? Se bisogna sottoscrivere un nuovo mutuo conviene il tasso fisso o il tasso variabile? In questo articolo diamo una risposta a queste domande.
Spesso siamo alla ricerca di investimenti sicuri. Quale migliore strumento come il bund soddisfa il nostro desiderio di sicurezza? Ma è sempre così? Qualche volta anche ciò che ci potrebbe sembrare estremamente sicuro potrebbe rivelarsi una trappola.